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Franconi-Poretti Elsa (1895-1995)

 Elsa Franconi-Poretti (1895-1995)

franconiLa versione integrale di questa biografia è disponibile presso la sede AARDT

Nacque a Lugano il 25 agosto 1895. Ottava ed ultima figlia di Gaetano Poretti e Maria Ambrosetti, fu giornalista, scrittrice, attrice e politica.

Frequentò le scuole elementari e maggiori a Lugano, proseguendo gli studi presso l’Istituto Santa Maria di Bellinzona. Sostenne quindi gli esami presso la scuola Magistrale di Locarno ottenendo nel 1914 la patente di maestra. Dopo una breve esperienza di insegnamento a Bré (Lugano) conobbe Giuseppe Franconi, architetto e artista luganese, con cui si sposò nel 1924. Giuseppe venne invitato dal governo francese a collaborare alla ricostruzione del paese martoriato dal primo conflitto mondiale. Elsa lo raggiunse a Parigi, dove iniziò la collaborazione con il Corriere del Ticino e Radio Monte Ceneri. Giuseppe Franconi presiedette la Pro Ticino parigina, mentre la moglie fondò una corale.

Durante la seconda guerra mondiale Elsa ritornò a Lugano con la figlia Franca e si presentò come volontaria presso la sede locale della Croce Rossa. Fu impiegata a Bellinzona nell’Ufficio cantonale del lavoro ed entrò a far parte del Soccorso d’Inverno. Curò inoltre la rubrica “Gente che ritorna” per la radio. Parallelamente, iniziò una carriera teatrale come attrice e autrice di bozzetti e commedie dialettali. Nel 1941, la Franconi-Poretti, già capogruppo della sezione luganese del Servizio Complementare Femminile (SCF), divenne presidente del comitato direttivo dell’associazione raggruppante le società del SCF della Svizzera Italiana, assumendo pure il ruolo di coordinatrice del servizio stampa.

Al termine del conflitto rientrò a Parigi, dove riprese l’attività di corrispondente. In collaborazione con il marito e il consigliere d’ambasciata Agostino Soldati, nel 1954 fondò e fu redattrice del giornale “Le Messager Suisse de Paris”, organo d’informazione per la colonia svizzera a Parigi e in Francia. Tra i numerosi incontri parigini, si rivelò particolarmente prezioso quello del 1948 con la scrittrice francese Colette, con cui strinse un solido legame d’amicizia.

Nel 1955 rientrò definitivamente in Ticino con la famiglia. Proseguì la collaborazione con il Corriere del Ticino, firmando i propri articoli con lo pseudonimo di Claude Paris. Curò inoltre, sempre per il Corriere del Ticino, “La pagina della donna”, “Corriere Donna”, “Donna” e scrisse regolarmente contributi per la “Cronaca cittadina” (poi “Cronaca di Lugano”). Il ritorno in patria coincise con l’inizio di un’intensa attività nell’associazionismo politico e assistenziale, che vide Elsa Franconi-Poretti impegnata in prima linea nella battaglia per il diritto di voto e l’eleggibilità femminile. Fece parte del comitato del Partito Radicale Democratico (PRD) svizzero a favore del voto della donna. Aderì al Movimento sociale femminile, l’unica associazione ticinese a favore del suffragio femminile, e ne diresse il mensile La nostra voce, organo di stampa ufficiale del movimento. Nel 1957 fu tra le promotrici del voto di protesta contro un progetto di legge federale che prevedeva l’obbligatorietà del servizio civile femminile ma che escludeva dalla consultazione le cittadine. Lo stesso anno, fondò il “Gruppo donne liberali di Lugano”, che presiedette fino al 1978, divenendone poi presidente onoraria. Militò attivamente nel Partito Liberale Radicale, entrando a far parte della Direttiva cantonale, distrettuale e comunale. In veste di presidente delle donne liberali, partecipò anche alle attività della Federazione Ticinese delle Società Femminili (FTSF).

Nel 1958 vinse il terzo premio al concorso della Saffa (seconda Esposizione del lavoro femminile in Svizzera) con la commedia dialettale “Una dona di nos”. Fece pure parte del comitato cantonale e partecipò alla redazione del volume Donne della Svizzera italiana. Dalla Saffa 1928 alla Saffa 1958.

Nel 1971 fu tra le prime undici donne elette in Gran Consiglio (insieme a Linda Brenni, Dionigia Duchini, Ersilia Fossati, Rosita Genardini, Elda Marazzi, Rosita Mattei, Alice Moretti, Dina Paltenghi Gardosi, Ilda Rossi e Marili Terribilini-Fluck) e, in qualità di decana, presiedette la seduta costitutiva del Parlamento. Lo stesso anno divenne segretaria del Lyceum Club della Svizzera Italiana. Nel 1974 entrò a far parte del comitato dell’Associazione delle consumatrici della Svizzera italiana. e nello stesso periodo contribuì attivamente all’organizzazione delle manifestazioni per l’Anno internazionale della donna (1975). Nel 1977, con il saggio in italiano sulla scrittrice francese Colette, vinse il secondo premio ex aequo al Premio Internazionale del Lyceum di Firenze. L’anno seguente venne insignita del titolo di cavaliere dell’Ordine delle Palme Accademiche Francesi. Elsa fu anche membra attiva nel comitato del Cercle de Langue Française di Lugano.

Nel 1980 cessò le attività professionali e si spense il 16 giugno 1995 a Lugano, a soli due mesi dal centesimo compleanno.

 

Autore: Gabriele Piffaretti, 14 marzo 2014

© 2014 AARDT – CH 6818 Melano

Crediti fotografici: Archivi AARDT, Raccolta documentaria “Autrici ticinesi”, Incarto Elsa Franconi-Poretti.

 

Fonti e bibliografia

Archivi

La nostra voce, giornale del Movimento sociale femminile ticinese, mensile, 1956-1957.

Quotidiani e periodici consultati

Azione (1969-2012).

Corriere del Ticino (1955-2011).

Giornale del Popolo (1979-1991).

Il Cantonetto (2009).

Il Dovere (1968-1985).

Illustrazione Ticinese (1943).

La Gazzetta Ticinese (1946-1995).

La Regione (1995-2007).

Le Messager Suisse de Paris (1954).

Libera Stampa (1941-1985).

Popolo e Libertà (1974).

Radioprogramma (1941-1959).

Rivista militare della Svizzera Italiana (1965).

Suisse Magazine (2004).

 

Documentazione audiovisiva

Elsa Franconi Poretti, un secolo di storia ticinese, a cura di Enzo Pelli e Gianna Paltenghi, Destini di donne, RTSI, 1993.

La guerra delle donne, Fatti vostri, RTSI, 15 settembre 1989.

Venticinque anni di servizio complementare femminile (SCF) in Svizzera e nel Ticino, l’Ora della donne, a cura di Iva Cantoreggi, RTSI, 30 ottobre 1965.

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