Vai al contenuto
Home » Columberg Cerere (1920-1999) Columberg Raffaella (1926-2007)

Columberg Cerere (1920-1999) Columberg Raffaella (1926-2007)

Cerere Columberg (1920-1999)

Raffaella Columberg (1926-2007)

columbergLa versione integrale di questa biografia è disponibile presso la sede AARDT

Ceramiste estrose e animate da uno spirito anticonformista, Cerere e Raffaella Columberg nacquero a Biasca da Olga (n. Sciaroni, 1882-1966) e Alberto Columberg (1879-1940). Trascorsero l’infanzia e l’adolescenza in un milieu famigliare relativamente modesto, ma vivace e aperto sul piano culturale, oltre che critico nei confronti dell’istituzione ecclesiastica.

Dopo la formazione ginnasiale, Cerere fu attiva nell’ambito sociale ed educativo; in particolare, nei primi anni del secondo dopoguerra operò a Padova e a Livorno come collaboratrice del “Dono svizzero”, a sostegno dei bambini indigenti mentre, nel 1950, fu tra le fondatrici della Sezione Samaritani di Biasca.

Raffaella proseguì invece gli studi presso la Kunstgewerbeschule di Zurigo (1946) e l’Istituto Statale d’Arte di Roma (1952-53), dove fu allieva dello scultore Leoncillo Leonardi. Rientrata in Ticino, inaugurò un atelier di ceramica a Biasca, nel quale coinvolse la sorella maggiore come collaboratrice; in laboratorio Cerere si occupava di mansioni ausiliarie come la rifinitura degli smalti o la preparazione della terra.

Le ceramiche d’arte disegnate da Raffaella conobbero una crescente notorietà nella seconda metà degli anni Cinquanta, anche grazie all’opera di promozione condotta dalla gallerista asconese Gisèle Réal. Nel 1956 realizzò una serie di dodici altorilievi raffiguranti i segni zodiacali, collocati all’interno del Ginnasio di Biasca, mentre nel 1957 ricevette a Bellinzona il premio “Nuove Forme per l’Artigianato”. Ulteriore tappa significativa nel primo decennio di attività fu la partecipazione alla seconda edizione della SAFFA (Schweizerische Ausstellung für Frauenarbeit), allestita nel 1958 a Zurigo.

Desiderosa di innovare il suo stile e apprendere tecniche che permettessero di evitare l’impiego del piombo, nel periodo 1967-68 Raffaella riprese gli studi a Faenza, dove frequentò l’Istituto d’Arte per la Ceramica e lavorò nello studio del ceramista di origine greca Panos Tsolakos.

Proprio l’attenzione alla sicurezza e all’originalità dei manufatti la convinse a produrre da sé, a partire da materie prime locali e naturali, buona parte dei semilavorati, compresi gli smalti utilizzati nella decorazione del grès. Artista ormai affermata, nei decenni successivi partecipò a svariate esposizioni, sia personali che collettive, in Svizzera e all’estero; intensa e feconda fu pure la collaborazione alcuni architetti – in primis Alberto Finzi – per i quali realizzò elementi di decorazione d’interni.

Il legame tra Cerere e Raffaella non si esauriva sul piano professionale, ma costituiva l’asse portante della loro vita personale. Entrambe rinunciarono sia al matrimonio che alla maternità, scegliendo di vivere insieme, in una grande casa-atelier situata in via ai Grotti a Biasca. Spazio accogliente e aperto, era frequentato abitualmente da architetti, intellettuali e politici.

Caratteristica comune a entrambe era l’impegno politico e civile, seppure declinato in modi differenti. Cerere militò nelle file del Partito Socialista Autonomo (PSA) fin dalla sua fondazione nel 1969; fu più volte candidata al Gran Consiglio e, nel 1986, venne nominata nel Comitato Cantonale del PSA. Figura marginale del dibattito politico interno al partito, diventò un punto di riferimento per la sua affidabilità, le sue capacità organizzative e la sua spontaneità nei contatti sociali. Tra le numerose cause a favore delle quali spese le sue energie, va inoltre citata, già a partire dagli anni Sessanta, la lotta per il disarmo nucleare.

L’antimilitarismo era anche tra i molteplici interessi di Raffaella, che pure vi si accostò più tardivamente; decisivo, in tal senso, fu l’incontro con Alberto Bolliger, giovane ingegnere e obiettore di coscienza, destinato a diventare suo compagno di vita e collaboratore in atelier. Insieme a Bolliger partecipò con regolarità alle riunioni del Gruppo ticinese del “Gruppo per una Svizzera senza Esercito” e fu nel Comitato nazionale dell’iniziativa “Per una Svizzera senza esercito e per una politica globale di pace”, lanciata nel 1986. Nel 1989, in occasione della votazione popolare sull’iniziativa, ideò e organizzò l’esposizione collettiva “Artisti per una Svizzera senza Esercito”.

L’attività professionale e politica delle sorelle Columberg si ridusse negli anni Novanta, in seguito a un peggioramento delle loro condizioni di salute. Cerere morì il 15 novembre 1999, mentre Raffaella, che aveva combattuto con determinazione i postumi di un incidente stradale e di un ictus, si spense il 10 maggio 2007.

Autrice: Isabella Rossi, 7 ottobre 2015

©  2015 AARDT – CH-6818 Melano

Crediti fotografici: Bice Columberg.

 

Fonti e bibliografia

Archivi

Fondazione Pellegrini-Canevascini

Fondo Gruppo per una Svizzera senza Esercito (in via di riordino)

Fondo 19, Werner Carobbio

Fondo privato, Bice Columberg

 

Bibliografia

Hoppeler Bonzanigo Elena, Donne della Svizzera italiana. Dalla Saffa 1928 alla Saffa 1958, Grassi, Bellinzona, 1958.

Macaluso Pompeo, Storia del Partito Socialista Autonomo, Dadò, Locarno, 1997.

 

Quotidiani e periodici

Azione

Balli M. F., Caglio L., «L’artigianato: più che un mestiere uno stimolo vitale», in Azione, 23.2.1978, pp. 13-14

Cooperazione

«Una giovane ceramista lavora per la SAFFA», in Cooperazione, 14.6.1958,  p. 4.

Corriere del Ticino

O.M., «Artisti ticinesi a San Gallo», in Corriere del Ticino, 4.12.1957, p. 1.

Costantini E., «Riuniti sedici artisti ticinesi in una sorprendente mostra», in Corriere del Ticino, 13.10.1973, p. 5. Schönenberger G., «Chiusa l’esposizione “Il Ticino a San Gallo”», in Corriere del Ticino, 12.11.1973, p. 9.

Gazzetta ticinese

De-Pietri G., «Filippini a Biasca», in Gazzetta ticinese, 21.9.1956, p. 4.

«Esposizione di Raffaella Columberg e Fra Roberto», in Gazzetta ticinese, 15.5.1975, p. 8.

Il Biaschese

Fogliani A., «Il Circolo di Cultura ha rinnovato il Comitato», in Il Biaschese, aprile 1982, p. 4.

  1. M., «Il 40.esimo della Sezione Samaritani», in Il Biaschese, ottobre 1990, pp. 4-5.

«Si è spenta Raffaella Columberg, ceramista di fama europea», in Il Biaschese, maggio 2007, p. 11.

Illustrazione ticinese

«Svizzera soccorrevole. L’azione del Comitato Svizzero “Pro Bambini Italiani” a Padova», in Illustrazione Ticinese, 31.8.1946, p. 9.

La Regione

«Cordoglio per la morte di Raffaella Columberg», in La Regione, 11.5.2007, p. 13.

«Raffaella Columberg», in La Regione, 19.5.2007, p. 38.

Libera Stampa

«Un affresco di Filippini al Ginnasio», in Libera Stampa, 3.12.1956, p. 3.

«L’Assemblea del Gruppo della Svizzera italiana del Movimento svizzero contro l’armamento atomico», in Libera Stampa, 2.2.1966, p. 3.

Politica Nuova

«Ceramica e informazione seria», in Politica Nuova,  22.10.1976, p. 2.

«Per la pace e contro la morte atomica», in Politica Nuova, 18.9.1981, p. 4.

 

Fonti orali

Intervista a Alberto Bolliger, 27.6.2015 (trascrizione disponibile presso AARDT, Melano)

Intervista a Bice Columberg, 18.7.2015 (trascrizione disponibile presso AARDT, Melano)

 

Fonti audiovisive

Situazioni e testimonianze, 26.7.1973 (consultabile in: Teche RSI)

Il quotidiano. Artigiani ticinesi, 13.12.1986 (consultabile in: Teche RSI)

Il quotidiano in trasferta. Con la gente, 10.6.1992 (consultabile in: Teche RSI)

4 note in compagnia, 2.4.1998 (consultabile in: Teche RSI)

 

Sitografia

Scheda su Raffaella Columberg in: “Cantiere biografico degli anarchici in Svizzera“, a cura delle Edizioni La Baronata, del Circolo Carlo Vanza e del Centro Internazionale di Ricerche sull’Anarchismo (CIRA) (consultazione: luglio 2016)

Thank you for your upload