Essere madre ed essere donne in Sylvia Plath
Nel suo percorso simbolico e culturale la libertà femminile non ha mai dimenticato la fisicità.
Considerato puro oggetto nell’immaginario dominante, il corpo femminile è invece nella vita e nella realtà delle donne l’intimo soggetto. A partire dalla lettura del poemetto radiofonico Tre donne di Sylvia Plath, la relatrice cercherà di metter in evidenza la concezione della maternità e della femminilità nella scrittrice americana, alla luce del pensiero della differenza sessuale.
In Tre donne si intrecciano tre monologhi nel reparto partorienti di un ospedale: esperienze e sensazioni, sentimenti e stati d’animo, vissuti e narrati dalle protagoniste che, con tempi e modi diversi, vivono l’incontro con la maternità e compiranno scelte pro-fondamente distanti tra loro.
Sylvia Plath (1932-1963), una delle maggiori voci della poesia del Novecento. Ha scritto opere di poesia, narrativa e diaristica. È conosciuta soprattutto per La campana di vetro (The Bell Jar) che narra la storia di un tentato suicidio e del seguente, traumatico, processo di riabilitazione. Sposò il poeta inglese Ted Hughes dal quale ebbe due figli. Morì suicida all’età di trentuno anni.
Wanda Tommasi insegna Storia della filosofia contemporanea all’Università di Verona. Con la comunità filosofica femminile “Diotima”, ha elaborato il pensiero della differenza sessuale. Ha lavorato molto su Simone Weil e su altre pensatrici contemporanee. Fra le sue pubblicazioni più recenti: I filosofi e le donne (Tre Lune, 2001), Etty Hillesum. L’intelligenza del cuore (Messaggero, 2002), e María Zambrano. La passione della figlia (Liguori, 2007). Di Sylvia Plath si è occupata nel volume La scrittura del deserto. Malinconia e creatività femminile (Liguori, 2004).